PROJECT


In nature, in each of us, exists a place where you can get lost,

and that does not necessarily have a negative connotation.

You get lost in an empty space, in a full space, in a thin crack, in a personal "where"

imagined and defined, always and no matter what, exclusively by senses and desires.

Man lost in space is an original performance project, oriented to experimental research of an ideal

"synesthetic recipe" capable of inducing (and not lead) the viewer to an open and personal "spatial" journey

in a broad sense, extended beyond the purely geo-astronomical imaginary.

Ultimately Man lost in space is a musical, visual and sensory performance;

its articulated versatility allows it to easily fit different locations:

performance spaces, theaters, private rooms and in particular way in planetary;

places of observation and contemplation, mutated for the occasion in ideal medium

who initiate the viewer to this sensory movement, drifting gently

that stimulates sensorial listening in an almost meditative experience.


https://vimeo.com/91745832

A demonstrative video extract (10') from the whole live performance (50'),

fully live performed and recorded on March 2014 @ Deposito Zero Studios (FC) - Italy



CAST


Matteo Scaioli, music and sound core of this experience is a multi-talented musician and percussionist

claimed for his unusual career path and training, voted for years to its personal ensemble made of

multi-ethnic percussions and analog synthesizers, whose names evoke a "space" imaginary,

Prophet 5, Moog Voyager, Korg MS20, MS10, QS10, Roland SH101.

His modus operandi is characterized by an instinctive harmonic approach to musical composition

and by the original system he devised, used to interconnect its delicate analog machines (Suna-Trig).


David Loom interprets the visual component representing the "get lost" in this idealized space

through a dense lilliputian graph imagery, handmade illustrated by using a personal technique

which consists in drawing with black ink pens (0.25 mm) exclusively blanks, null spaces;

he doesn't draw the imagined shapes but he devotes solely to define the gaps between them,

in a sort of obsessive mantra, repetitive and binder, seamlessly.

Emerging from wraparound null, the preserved white on paper becomes resultant matter:

compact, multiform and polyhedral.



CONTACTS


for any further information about this project

please contact info@nekolaboratoires.net






PROGETTO


Esiste in natura, in ciascuno di noi, uno spazio in cui ci si può perdere,

un “perdersi” che non ha necessariamente una connotazione negativa.

Ci si perde in uno spazio vuoto, in uno spazio pieno, in un sottile spiraglio, in un personale “dove”

immaginato e delimitato, comunque e sempre, esclusivamente dai propri sensi e desideri.

Man lost in space è un originale progetto performativo orientato alla ricerca sperimentale di una ideale

“ricetta sinestetica” capace di indurre (e non condurre) lo spettatore in un libero e personale viaggio “spaziale”

inteso in senso ampio, esteso oltre all’immaginario puramente geo-astronomico.

Man lost in space è in definitiva una performance musicale, visiva e sensoriale;

la sua articolata versatilità le consente di adattarsi agevolmente a diverse situazioni:

spazi performativi, teatri, ambienti privati ed in particolare modo nei planetari;

luoghi di osservazione e contemplazione, mutati per l’occasione a medium ideale

per avviare lo spettatore verso questo moto sensoriale, gentilmente spostante,

che stimola l’ascolto dei propri sensi in un esperienza quasi meditativa.


https://vimeo.com/91745832

Un estratto video dimostrativo (10') tratto della intera performance (50'),

suonato e registrato interamente dal vivo nel Marzo 2014 @ Deposito Zero Studios (FC) - Italia  



CAST


Matteo Scaioli, nucleo musicale e sonoro di questa esperienza è un poliedrico musicista e percussionista

affermato per il suo inusuale percorso professionale e formativo, votato da anni al suo personale ensamble

di percussioni multi-etniche e sintetizzatori analogici, i cui nomi stessi richiamano un immaginario “spaziale”,

Prophet 5, Moog Voyager, Korg MS20, MS10, QS10, Roland SH101.

Il suo modo di operare si distingue per l’istintivo approccio armonico alla composizione musicale e per l’originale

sistema da lui ideato ed utilizzato per interconnettere le sue delicate macchine analogiche (Suna-Trig).


David Loom interpreta la componente visiva rappresentando il “perdersi” in questo spazio idealizzato

mediante un denso immaginario grafico lillipuziano, illustrato a mano mediante una personale tecnica

che consiste nel disegnare con penne a china nera (0,25 mm) esclusivamente spazi vuoti, nulli;

non disegna le forme che immagina ma si dedica solamente al definire gli interstizi presenti tra di esse,

in una sorta di ossessivo mantra, ripetitivo ed agglomerante, senza soluzione di continuità.

Emergendo dal nulla che lo avvolge, il bianco preservato sulla carta diventa materia risultante:

compatta, multiforme e poliedrica.



CONTATTI


Per ulteriori informazioni su questo progetto

contattare info@nekolaboratoires.net

original cover image created and fully hand-drawn by David Loom

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